ORTICARIA SOLARE


L’OS costituisce il 3% circa delle orticarie fisiche. Si può associare ad altre orticarie fisiche come ad esempio quella da freddo, da calore, o dermografica.

Lo spettro d’azione varia dall’UV, al Visibile, all’Infrarosso.

In Europa e in Nord America appare prevalente l’orticaria solare provocata da radiazioni inferiori ai 370 nm, mentre in Giappone risulta più frequente quella provocata da radiazioni visibili. Anche in pazienti provenienti dalle regioni meridionali d’italia prevale l’OS nel VIS.

Le manifestazioni cliniche compaiono immediatamente dopo l’esposizione (da pochi secondi a 5 minuti, raramente dopo un quarto d’ora). La comparsa dei pomfi viene in genere osservata solo al termine dell’irradiazione e non nel corso di essa.

I pomfi possono essere  piccoli (simili a quelli dell’orticaria colinergica) e possono confluire in placche.

La regressione dei pomfi comincia dopo 15-30 minuti e la loro completa scomparsa avviene nel giro di un’ora, mentre l’eritema può persistere fino a 3 ore.

Notevole è la variazione della sensibilità nello stesso individuo nel tempo.

Nel corso dell’esposizione solare nel periodo estivo si ha progressiva attenuazione della sensibilità (fenomeno detto di hardening). In tal modo i pazienti con forme più lievi riescono a tollerare brevi esposizioni.

Nelle orticarie elicitate da lunghezze d’onda tra 400 e 500 nm,  vi sono casi per i quali rimane aperta la possibilità che si formi un fotoallergene.

A parte l’aspetto immunologico di alcune OS, non sono note la o le sostanze che assorbono la radiazione e danno il via al processo urticariano.

Vi è la possibilità che un fotosensibilizzante endogeno (come si ha nella OS da protoporfiria) possa innescare il meccanismo patogenetico.

E’ ipotizzabile che più di un cromoforo possa essere coinvolto.

Vi è  aumento di istamina nel sangue venoso drenato dalle aree irradiate che si verifica in pochi minuti dopo l’esposizione, con ritorno ai valori di norma. I dati di un elevato livello di istamina non sono stati sempre confermati, per cui può essere ritenuto che l’istamina non sia il mediatore fondamentale in tutti i casi. Del resto la somministrazione intradermica di antiistaminici  blocca la reazione orticariana in molti ma non tutti i casi di OS.

I fototest sono di estrema utilità nel confermare la diagnosi di OS e nell’orientare la terapia. La procedura per singolo paziente  include  esposizioni a lunghezze d’onda   diverse: UVA, UVB, UVC e visibile. L’esposizione alla luce solare filtrata attraverso un comune vetro può immediatamente permettere di distinguere un’orticaria da UV lungo o da visibile

Per la prevenzione dell’OS, nei casi più lievi di sensibilità all’UVB, è sufficiente evitare l’esposizione solare diretta e utilizzare filtri per l’UVB. E’ ottenibile desensibilizzazione irradiando da 3 a 5 volte alla settimana pazienti con OS utilizzando le stesse lunghezze d’onda che inducevano le lesioni.

Risultati sono ottenibili mediante PUVA terapia.